Il XVIII secolo presenta al suo interno una cesura nettissima; una "faglia" molto marcata attraversa infatti gli anni ’40: nel campo delle arti figurative il mutamento di modelli, di cultura e di stile non coincide affatto con l’inizio del secolo. E’ la "resurrezione" improvvisa delle città di Ercolano (1709) e Pompei (1748), sepolte dalle ceneri dell’eruzione del 79 d.C. e ritrovate dagli scavi, a imprimere quella svolta radicale in direzione neoclassica. La prima parte del secolo ci consegna l’immagine di una civiltà elegante, frivola, spregiudicata, dedita al lusso, alle feste e ai plaisirs dello stile rocaille.
William Hogart-Il contratto-1744 -Londra National Gallery |
Antonio Canova - Dedalo e Icaro- 1779 Venezia Museo Correr |
Veicolo della svolta classicista settecentesca può essere considerato il viaggio in Italia. Viaggio iniziatico degli inglesi nel continente, il grand tour era praticato già negli anni di Elisabetta I (1558-1603). Solo più tardi però, elevato a sistema di conoscenza e legittimato da un trattato di Bacon del 1615 (Of Travel), diviene un’esperienza educativa irrinunciabile per le classi alte di tutta Europa. Ha una durata di circa tre anni, viene intrapreso fra i diciotto e i vent’anni di età e segue fedelmente le rotte indicate da alcune intramontabili "guide": per gli inglesi, e non solo per loro, riferimento privilegiato è Joseph Addison e il suo Remarks on Several Parts of Italy, di cui si serve anche Montesquieu. Ormai alla metà del secolo, l’Italia cercata è quella dell’antichità classica e luoghi privilegiati sono Roma, Napoli, Paestum, gli scavi di Ercolano e Pompei.
G.P. Pannini- Galleria di vedute di Roma antica- 1758- Parigi Louvre |
Con Alexander Cozens nasce il Pittoresco e quindi il cosiddetto Giardino all’inglese nel quale si fondono elementi naturali e artificiali, senza ricercare una visione di insieme che aveva invece caratterizzato i giardini precedenti.
G. P. Pannini-Rovine romane-ca.1735-Bruxelles Museo d'Arte antica |